Sessismo sotto l’albero

Anche quest’anno, il Natale è finalmente alle porte! Nessun* manca all’appello e l’atmosfera è pronta a riscaldare i cuori di tutte e tutti noi: neve finta alle pareti e sulle vetrine dei negozi, acquisti improbabili giusto perché è festa, vestitini rosso-BabboNatale, dolci e cibo a volontà e, per completare il tutto, gli amatissimi regali sotto l’albero!

Tutt* conosciamo quel tempo speciale in cui ci si aspetta che un personaggio un po’ bizzarro (che sia Gesù bambino, Babbo Natale o, perché no, la Fatina dei denti… Beh, in realtà conta poco!) ci riempia la casa di pacchettini e regaloni più o meno attesi. È questo il tempo di “Barbie-in-cucina-sono-una-maga”, del Nintendo da cui non ci si stacca mai, dei giochi da tavola in famiglia… Del “Guarda cosa mi ha portato quest’anno!”. Insomma, il Natale è quella giornata che attendiamo per tutto l’anno e che, senza nemmeno accorgercene, in un batter d’occhio è già passata.

Il 25 dicembre, però, come ben si sa non è solo un pretesto per stare insieme a parenti ed amic*, per bere spumante in allegria e lasciare da parte, forse, le fatiche della quotidianità. Tutt’altro! Spesso rappresenta un’ulteriore fonte di stress a causa della quantità inaudita di regali che ci sentiamo spint* a fare. Perché il nostro affetto, in una società in cui il consumo conta più di ogni altra cosa, si misura: vale quanto spendiamo per accontentare chi ci sta intorno, magari chiedendoci, poi, come arriveremo a fine mese; vale una tredicesima consumata in prodotti per lo più inutili o superflui.

I regali per i bambini e le bambine assumono poi un significato particolare: appositamente pensati per le piccole e i piccoli, rigorosamente riposti in enormi scatole rosa o azzurre (ricordiamoci che la grandezza del pacco è direttamente proporzionale al nostro amore per loro!), ricalcano  e (ri)producono la divisione (e gli stereotipi) di genere: “maschi” e “femmine”. I primi, pensati come attivi e vivaci, verranno stimolati con giochi di lotta, armi, videogame vari. Alle seconde, invece, verranno propinate bambole che piangono e di cui, da piccole mammine quali biologicamente sono  considerate, prendersi cura, oltre a cucine in miniatura, set di cucito e tutti gli utensili utili alle future donnine di casa.

È soprattutto attraverso i giocattoli e le fiabe che insegniamo, di generazione in generazione, quali comportamenti ci si aspetta,rispettivamente, da donne e uomini. E, come sempre, lo schema si ripropone: alle bimbe il focolare domestico, ai bimbi lo spazio pubblico.

E mai che a qualcun* venga in mente di uscire dal tracciato per esprimere i propri gusti personali: “Lorenzo, ma che fai? Sei un maschietto e giochi con le bambole?!”, “Su, Caterina, non fareil maschiaccio! Vai a giocare con le altre bambine!”. Non sia mai che poi facciamo diventare i nostri figli omosessuali e le nostre figlie lesbiche, sia lodata la famiglia eterosessuale, monogamica e naturale da cui ha avuto vita Gesù! Che poi, si sa, delle bambole di plastica possono fortemente influenzare le preferenze sessuali di un bambino, dovreste sentire cosa gli dicono durante la notte!

Beh, sapete una cosa? È arrivata l’ora di dire “Basta!” e di ribellarsi ai ruoli sociali che determinano la vita e la volontà di ciascun* di noi. Sensibilizzazione e consapevolezza sono le nostre armi migliori, usiamole!

Quest’anno, facciamo attenzione che i nostri regali non riproducano ruoli sociali stereotipati: compriamo, riutilizziamo, ricicliamo oggetti che stimolino la fantasia dei nostri cuccioli e che li aiutino a sviluppare uno spirito critico. Raccontiamo storie di eroine dai capelli blu e di eroi un po’ queer che amino persone, e non “uomini” o “donne”. Che non si sentano limitat* da atteggiamenti che devono assumere perché “è così” e non può essere altrimenti. Che se ne infischino dei gusti sessuali di chi li circonda, perché le cose che contano, a Natale e non solo, sono altre.

Queersquilie! aderisce alla campagna “Natale senza stereotipi” dell’associazione Scosse (www.scosse.org/natale-stereotipi-aderisci-campagna/)

Merry queer Christmas!