15 Settembre 2014
Ieri, 14 settembre, il circolo regionale toscano dell’associazione ‘Manif Pour Tous Italia’ ha organizzato a Livorno una veglia silenziosa in difesa della cosiddetta “famiglia naturale” e contro la proposta di legge su transfobia ed omobofobia. L’iniziativa è stata promossa in conseguenza della discussione consiliare di istituire un registro delle unioni di fatto in città, nonché dopo la proposta del Tavolo Rainbow di portare il prossimo Pride’ a Livorno.
Issando la falsa bandiera della libertà d’opinione, di fatto l’associazione ha tenuto un evento il cui unico scopo era denigrare i legami tra persone dello stesso sesso e rimarcare la concezione patriarcale per cui il ruolo femminile nella società è quello di madre (di bambin* nat* da unioni eterosessuali), moglie (di un uomo) ed angelo del focolare (in funzione di un uomo e della prole).
Un comitato di associazioni, gruppi e movimenti livornesi guidato da Rifondazione Comunista Livorno ha quindi organizzato una contro-veglia in favore delle unioni di fatto tra omosessuali e non, della possibilità per le persone transessuali di vivere la propria esistenza senza dover subire continue discriminazioni, di qualsiasi idea di famiglia che non rientri nel quadro eteronormato e cattolico rappresentato dalle cosiddette famiglie ‘Mulino Bianco’.
La reazione delle forze dell’ordine non si è fatta aspettare: innumerevoli reparti di polizia e carabinieri sono stati schierati nei pressi del punto di raccolta della contro-veglia, e molt* manifestanti sono stat* fermat* proprio mentre stavano raggiungendo il corteo. Ciononostante, tant* livornes* e non vi hanno preso parte, manifestando contro omofobia, transfobia e patriarcato a suon di autodeterminazione, colori, bolle di sapone giganti, consapevolezza e gioia di essere ciò che si è.
In un’Italia in cui la famiglia tradizionale ed eterosessuale porta alla morte di una donna ogni tre giorni, nonché a violenze quotidiane su milioni di altre di cui spesso ci si dimentica; in un’Italia che è stata dichiarata lo Stato più omofobo d’Europa ed in cui le discriminazioni si traducono spesso in attacchi fisici a danni di trans, omosessuali, lesbiche e bisessuali; noi di Queersquilie! supportiamo la contro-veglia tenutasi ieri a Livorno, ribadendo che ciascun* ha il diritto di condurre la propria vita come meglio crede al di là delle catene dell’eteronormatività!
Chiediamo a Manif Pour Tous di togliersi, una volta pour tutte, la maschera. Di che rivendicazioni stanno parlando, dato che un diritto lo si rivendica quando non lo si possiede? Sarebbe come scendere in piazza per rivendicare il diritto degli/delle onnivor* a mangiare carne o quello dei nomi propri in Italiano a esser scritti con la lettera maiuscola. Di questo passo non ci stupiremmo se un giorno si ritornasse in piazza manifestando per il “diritto” di essere bianchi.
Quindi, cari “movimenti per la vita”, “manif pour (presunti) tous” e compagnia varia (ma non bella), noi non ci caschiamo: appellarsi al lessico dei diritti umani, sfruttando concetti come “diritti”, “difesa”, “discriminazione” e appigliarsi così caparbiamente all’idea di “libertà espressione” è una strategia meschina e vergognosa che ha l’unico scopo di celare le vostre tendenze omofobiche, pruriti intolleranti e privilegi.
“Non dovremmo mai smettere di rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare le/gli intolleranti”, incalzava Karl Popper. Pertanto supportiamo e supporteremo questa e altre mille contro- veglie a venire, perché le lagne sulla presunta discriminazione delle povere famiglie ‘Mulino Bianco’ ce le infliggiamo proprio… contro-voglia!